Recensione: L’ultimo giorno (versi dell’aldilà)

Cari lettori, per augurarvi un buon fine settimana, vi lascio la recensione di un libro particolare, “L’ultimo giorno (versi dell’aldilà)”, prima opera di Stefano Fortelli.

L’ultimo giorno (versi dell’aldilà) è una silloge poetica composta da circa sessanta poesie.

Il titolo è molto curioso tant’è che fin da subito ha suscitato in me molto interesse. Ho deciso di leggerlo immediatamente.

Ho letto questo libro in circa un’ora e devo ammettere che è stato davvero bello… è stato un viaggio attraverso il senso di qualcosa che forse non c’è.

È un’opera la cui interpretazione è strettamente personale. Sono riuscita ad entrare in molte poesie, a leggere tra le righe e alcuni componimenti mi hanno toccato nel profondo.

Le poesie si susseguono una dopo l’altra e sono tutte cariche di sentimenti… amarezza, amore, delusione, uggiosità, stranezza e tanto altro.

Sono poesie intrecciate tra loro da un sottile filo.

L’ultimo giorno (versi dell’aldilà) è una silloge ricca di espressività, è un punto di partenza per riflettere… sulla vita, sull’amore, sulla morte, su un giorno qualunque.

Devo fare i miei complimenti a questo autore emergente.

Vi consiglio di leggerlo!

Le poesie più belle, per me, sono state: aspetta, cosa resta, così, flow, persuaso, in gabbia, rimedio.

Vi lascio un estratto:

(Da Flow)

“Siamo solo tempo,

successioni di tempo (…)

Sequenze di vite,

infinite come

ricordi dimenticati

All’ultimo rintoccco

di cicliche

sconfinate vite”

(Da Persuaso)

“Calerà presto il gelido inverno

E nel buio che ci attende

la mia mano sfiorerà

il confuso ricordo

di un volto tra tanti.”

– Lilith Hendrix

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