Intervista allo scrittore Paul Emme

Ciao! Posso chiederti di presentarti ai miei lettori: chi sei e cosa fai nella vita?
Ciao, sono un ragazzo di Napoli di 32 anni, vivo a Sorrento dove possiedo e gestisco una struttura ricettiva.

Il tema del libro è caratteristico e originale, estremamente personale. È la tua storia.
Immagino non sia stato facile raccontarsi senza filtri. Come è nata l’idea di mettere tutto su carta?

Scrivere le parti dove racconto dei miei traumi adolescenziali, i momenti bui di quei tempi, le litigate con mio padre e le rotture con le mie ex di sicuro hanno riesumato vecchie ferite rendendo la scrittura non proprio piacevole. Di contro è stato divertente scrivere le scene sessuali e talvolta, lo ammetto, anche eccitante. Per quanto riguarda la seconda domanda che dire… anche sa la mia non è chissà quale incredibile storia, sentivo il bisogno di raccontarla perché tratta diverse tematiche attuali nelle quali ero sicuro che moltissime persone si sarebbero riviste o, almeno, ne sarebbero state incuriosite.

Puoi raccontarci nel dettaglio il tuo punto di vista riguardo il sesso e le sue sfumature? Come vivi la sessualità?
Il sesso, come descritto nel libro, è stato per molti anni la mia fonte di sicurezza. Ogni donna, come mi disse tempo fa la psicologa, era per me un’iniezione di sicurezza. Ho amato e odiato il sesso allo stesso tempo… se pur bellissimo per alcuni anni ho vissuto la mia sessualità in modo errato. Io credo che il comportamento normale di una persona che ama il sesso sia quello di goderselo con uno o anche più partner senza però arrivare alla ricerca ossessiva compulsiva dello stesso come, ad esempio, la ricerca costante e incessante di nuovi partner, nuove esperienze sessuali, quasi come se fosse una gara con se stessi. Tutto ciò distoglie dalle cose più importanti, genera ansia e altre problematiche emotive. Io, purtroppo, per molto tempo ho vissuto così la mia sessualità.


Quale è il tuo punto di vista riguardo la dipendenza dal sesso? Nella vita reale come la hai affrontata/stai affrontando?
La dipendenza dal sesso, come qualsiasi altra dipendenza, credo sia una cosa negativa. I motivi li ho spiegati nella risposta precedente. Ho iniziato ad affrontare il problema, e lo sto ancora affrontando, con un gran lavoro di introspezione personale e l’aiuto di una terapia cognitivo comportamentale. Bisogna andare a fondo per capire da dove derivano determinati comportamenti e cercare di correggerli. Scrivere il romanzo mi ha aiutato molto sotto questo punto di vista.

Ricollegandomi alle domande precedenti, come pensi che la società possa influenzare la sessualità di ognuno di noi? Riguardo la dipendenza, quanto pesa il giudizio della società? Su di te ha avuto un peso?
Viviamo in una società dove il cambiare partner è un qualcosa di normale e, per alcuni, molto facile. Di conseguenza c’è più facilità di cominciare questa vita e, poi, cadere nella dipendenza… perché il sesso è bello e se sei uno/a che riesce a trovare facilmente partner diversi diventa difficile smettere di farlo. Il giudizio della società suppongo che sia molto pesante solo per le donne: Una donna che va con tre uomini diversi in una settimana viene catalogata come troia, un uomo che scopa cinque donne diverse in una settimana, invece, è un gran playboy. Purtroppo questa mentalità brutta e ignorante e ben radicata nella società di oggi, soprattutto in alcuni paesi come l’Italia e, ancor peggio, il sud Italia. Dunque personalmente su di me non ha avuto peso, anzi… sono stato sempre visto come quello “cool” perché avevo molte donne e la cosa ancora più assurda è che spesso sono le donne in primis ad essere attratte dal “donnaiolo”.

Vorrei rivolgerti una domanda banale ma non troppo scontata. Quanto ti senti coinvolto in ciò che hai scritto? È una autobiografia, ok, ma è tutto vero ciò che hai scritto oppure hai giocato con la fantasia in più di qualche punto?
Pensa che durante la fase di editing ho avuto dei battibecchi con l’editor il quale proponeva di romanzare alcune parti per renderle più intriganti mentre io ci tenevo che fosse tutto reale. Le uniche cose che non rispecchiano i fatti realmente accaduti sono un paio parti inventate perché altrimenti non avrei potuto chiudere delle scene e qualche modifica temporale per rendere il testo scorrevole. Insomma potremmo dire che il testo è fedele alla realtà al 95%.

Nella tua opera ricorre più di una volta la descrizione della serata del capodanno. Ha un significato particolare per te?
No, nessun significato particolare. Per anni è stato solo un altro modo per riunirsi con gli amici ed evadere dalla realtà che non amavo.

Il capodanno può simboleggiare una rinascita: pensi sia un pensiero valido, per te?
Può di certo simboleggiare una rinascita ma, personalmente, non l’ho mai pensato.

Per curiosità, come hai trascorso lo scorso capodanno?
Il capodanno 2021/2022 l’ho trascorso a Sorrento con gli amici. Cena e locale, tutto molto tranquillo a cause del maledetto virus. Insomma un capodanno ben diverso da quelli degli anni precedenti.

Dal tuo libro abbiamo appreso che hai un rapporto disastroso con tuo padre fin dall’adolescenza. Questo ti ha portato a fare abuso di alcol, droghe, a sviluppare dipendenze. Tuo padre è a conoscenza di tutto questo?
Sicuramente avevo già una predisposizione allo sballo, questo non posso negarlo, ma di sicuro l’eccesso è nato dal voler evadere da una realtà che mi faceva stare molto male. Quando la persona che dovrebbe darti forza e sicurezza in questa vita si trasforma in quella che ti spaventa e ti fa soffrire be’, il mondo non è più così bello e vuoi soltanto fuggire lontano e l’alcool e le droghe sono un rapido mezzo.

Hai fatto leggere il tuo libro a tuo padre? E alla tua famiglia? Se si, quali commenti hai ricevuto?
So che mio padre ha acquistato il romanzo ma non so se l’ha letto… stiamo evitando l’argomento al momento. Mia madre invece l’ha letto saltando le scene sessuali ed è rimasta piacevolmente sorpresa. Da gran lettrice ha detto che non si aspettava un romanzo così interessante e scorrevole nonostante non fosse per niente il suo genere. Altri parenti l’anno letto restando parecchi increduli e domandandosi se e quanto fosse romanzato il tutto. Non ho avuto dei commenti diretti da loro ma dalle descrizioni delle loro reazioni sono sicuro che non abbiano trovato il contenuto del romanzo di loro gradimento. Ma sai che ti dico? Sti gran cazzi!

C’è qualcosa che senti di poter dire a chi sta leggendo tutto questo? Come è possibile uscire da uno stato di smarrimento e dipendenze varie?
Innanzitutto vorrei che il lettore riuscisse a comprendere che sta leggendo l’autobiografia di un ragazzo che racconta di come ha fatto fronte alle sue insicurezze generate da un padre che l’ha sminuito e maltrattato per anni e non di un donnaiolo vanitoso, cattivo e maschilista. Detto questo, ai lettori mi sento di dire di seguire sempre la propria anima e allontanarsi subito dalle persone velenose, qualsiasi esse siano. Per uscire da uno stato di smarrimento e dipendenza, come detto precedentemente, bisogna far un grosso lavoro su di se aiutandosi, magari, con dei professionisti.

Hai in programma nuove opere per il futuro?
Si. Il seguito di sesso e vodka a colazione che sto già scriv… vivendo e un altro romanzo.