Riflessioni e pensieri di una pendolare

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Tu, così bella, incerta, caotica.
Roma.
Sei poesia.
Sei la città più bella del mondo, con quei tuoi edifici in stile italiano, con quella tua cultura romana.
Camminando per le strade affollate, penso.
Osservo il mondo.
I treni, gli innamorati, gli addii, i militari, le metro, le corse dietro un autobus, la vita, l’amore, gli abbracci, i sacrifici, le stazioni.
Osservo le emozioni; la malinconia, la felicità, la tristezza, la nostalgia.
Osservo un susseguirsi di azioni spontanee: la prima colazione, la ricarica telefonica al bar, il gratta&vinci, le vivident prese con il resto che rimane del caffè, le camminate verso l’Università, la facoltà appena sveglia, gli studenti che ripassano prima della lezione, prima di un esame, per essere un po’ più preparati, un po’ più sicuri, più convinti ma comunque, diffidenti.
Osservo il susseguirsi di quelle emozioni che vanno e vengono a ritmo di pioggia, il ragazzo affascinante che si aggira per l’Università e a tratti mi guarda, l’emozione di pranzare con gli amici dopo tante ore di studio, le pagine dei libri che vengono divorate dalla mia mente, l’emozione di terminare la giornata e tornare a casa.
Osservo me stessa, io che mi disperdo nei momenti di questa vita.
Io.
Io che sul treno ascolto le luci della centrale elettrica e scrivo, pensando alla vita di altri individui.
Io che ho iniziato questo percorso di studi e che con la forza e la determinazione, sto facendo di tutto per portarlo a termine.
Io, che nonostante tutto, sono ancora qui e mi sento viva.

Lilith Hendrix

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