Autunno funebre

14 Ottobre 1988

A volte il tempo scorre così velocemente, così velocemente da non rendercene conto, e porta con sè la pesantezza della vita, delle emozioni, delle ferite, di tutto. Di tutto ciò che è stato.
Il tempo porta via con se anche quegli attimi di vita che ricorderemo con tenerezza.
È passato così tanto tempo, eppure, ancora riesco a ricordare.
Ricordo i rumori di passi sul parquet che provenivano dal piano di sopra, la pioggia battente, le finestre che sbattevano, la porta che si chiudeva, il cigolio del cancello, il suono incantevole del vento e della tua voce, la tempesta di fulmini, le foglie a terra… Il buio e poi, il silenzio, io e te.
Ricordo che fuori pioveva, era notte fonda, oh! Quanto è stata bella quella pioggia e quella notte!
Ricordo il dormire con il suono rilassante dell’acqua che scivolava sul vetro della finestra, che avvolgeva la nostra anima.
Ricordo il tuo profumo che avvolgeva il mio cuore, il tuo tocco leggero, la tua pelle nuda, le tue dolci labbra.
Ricordo la pioggia.
Pioggia che, fredda in quella intensa stagione autunnale, portava via con se i pensieri.
Ricordo la bellezza degli autunni passati, le tazze di tè caldo e fumante, il suono incantevole della tempesta, degli abbracci alla fermata dell’autobus, i libri stretti tra le mani, le gambe tremanti, le coperte imbottite, i piumoni e poi, io e te.
Io e te in autunno.
Ricordo ogni singolo momento di quegli autunni sfuggiti.
Di quelle giornate passate ad osservare l’orizzonte oltre la finestra, oltre.
Perché insieme, andavamo oltre.
Sempre oltre.
Ora che non ci sei, osservo il buio che costeggia le querce, le foglie a terra.
Ricordo ogni singolo momento di ciò che eravamo prima che improvvisamente arrivasse, triste, questo attuale autunno funebre.

– Lilith Hendrix, tratto da qualcosa che sto scrivendo.