Versi dell’aldilà (Enhanced)

Cari lettori, ci tengo a lasciarvi questa recensione per la nuova versione dell’opera di Stefano Fortelli, “Versi dell’aldilà (enhanced)”.
Ho recensito in passato la versione precedente dell’opera e sono qui per rivalutarla ed evidenziare alcuni punti particolari.

Titolo: Versi dell’aldilà – Enhanced

Autore: Stefano Fortelli

Editore: Helios Edizioni

SINOSSI

Sono tracce nel bianco

d’un fitto nevare

Labili orme

del nostro passare

Segni che provo

nel vuoto a scolpire

Versione precedente: https://lilithhendrix.altervista.org/recensione-lultimo-giorno-versi-dellaldila/

Questa versione è edita Helios Edizioni ed è arricchita da una bellissima prefazione di Pino Imperatore, il quale lascia una grande riflessione sull’essere umano e sulla sua esistenza.
È un ottimo inizio per preparare il lettore ad immergersi nei versi.
Seguo silenziosamente Stefano e le sue opere da più di un anno ed è sempre un piacere leggere le sue riflessioni, i suoi pensieri e guardare il modo in cui, anche involontariamente, riesce a fare combaciare il tutto in modo impeccabile!
Leggendo questa versione ho notato un miglioramento generale del linguaggio, ho trovato una penna matura e delicata.
Alcune poesie, in alcuni punti caratteristici, rispetto alla precedente versione, mostrano un timbro leggermente diverso, più malinconico.
Le prime poesie sono in comune con la precedente edizione.
Nel corso della lettura si nota una evidente evoluzione della penna di questo autore.
L’autore mostra come il tempo ha un suo ruolo importante nella nostra esistenza.
La vita è strana, intrigante, rivoluzionaria.
La seconda parte di questa opera di apre con poesie caratteristiche, scritte in dialetto e accompagnate da una traduzione.
Ho notato una scrittura propensa al cambiamento, ad un modo nuovo di esprimersi.
Vi lascio questo piccolo estratto, molto intenso che mi ha lasciato dentro tanto su cui pensare:

“Quello dei pensieri / delle paure, dell’ansia / Quello che non fa dormire / ti rode dentro / non ti lascia vivere / Rumore che non smette mai / chissà quando finirà / chissà se posso spegnerlo / chissà se domani sono ancora qua”.

Questi versi mi sono rimasti particolarmente impressi. Fortelli ha ampliato i suoi orizzonti e attraverso queste nuove poesie si completa un quadro generale.
Ciò che affronta l’autore è un viaggio all’interno di se stesso e della vita. Andando oltre la visione comune. Questo lo fa dalla prima all’ultima poesia. Indirettamente, credo che siano tutte collegate tra loro.
Ritengo questa raccolta di interpretazione estremamente personale con tematiche che tutti noi, prima o poi, incontreremo: la solitudine, l’amore, l’ignoto, l’incertezza.
Vorrei definire Stefano Fortelli un esistenzialista che nelle sue poesie si interroga molto su se stesso, attraversando il passato, il presente. Con un occhio sempre attento sul futuro e sulle incertezze che esso porta con sé.
Non mi aspettavo di leggere poesie in dialetto, questa cosa originale mi ha fatto sorridere e pensare quando sia importante la cultura.
Questa è una bellissima versione, complimenti all’autore.

L’AUTORE

Stefano Fortelli nasce nel 1965 a Napoli, città dalla quale non si è mai allontanato e dove tutt’ora vive. Nonostante il forte legame con la terra natìa, ama definirsi un “napoletano sui generis”, sia per il suo animo fosco e tormentato, ma anche per il rifiuto di tutti i luoghi comuni associati alla napoletanità. Nel 2014 comincia a dedicarsi alla scrittura, scoprendo ben presto una maggiore attitudine alla parola poetica. Intraprende un percorso di scrittura con il chiaro intento di creare uno stile originale e riconoscibile, seppure in continua evoluzione. Appassionato d’arte in tutte le sue forme, partorisce l’idea di realizzare opere artistiche utilizzando antiche valvole termoioniche, fondando nel 2017 il duo ION.

Ha pubblicato L’ultimo giorno (versi dell’aldilà) (Youcanprint 2019), Il martello nella testa (Helios Edizioni 2020).

– Lilith Hendrix

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