Venerdì sera
Il buon vinello bramava
Il mio palato assente
Ed io inanimata rispondevo
“Abbi pazienza”.
A ciel sereno
La notte incupita tremava
Al mio solo respiro.
Soffice e delicato
Regnava assente silenzio.
Rimembranze astronomiche
Di una vena poetica sbiadita;
Rigurgito ancora
Quel momento.
Amarsi in prospettiva
Come figure geometriche
È il più dolce dei miei ricordi.
Danziamo ancora
Distanti come comete.
…Ti penso sempre
E di venerdì sera
il mio cuore soffre
Di impavida follia.
– Lilith Hendrix
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