Quarantena

Quarantena

Si presentano ai miei occhi strani filtri.
Mi apro al mondo.
Monologo.
Scrivo di un tempo andato e un altro incerto.
Scoppiano rivolte, guerre, pandemie, atterrano elicotteri militari nel mio giardino eppure… Nelle mie quattro mura mi sento così infingarda nel dire di non pensarti.
La verità è che ti penso incessantemente e ho fatto un gran casino.
Cos’è rimasto di noi?
Questa quarantena ha il sapore di ferie forzate e studio matto e disperato.
Da un lato ci sono io forte e determinata, dall’altro c’è il mio ego strimpellato che si sbriciola.
C’è solo il silenzio che mi circonda e in questo momento non vorrei altro che un tuo profondo abbraccio a colmare tutto questo vuoto, questa perenne insoddisfazione. Come per dire ”andrà tutto bene”, e chissà se sarà vero.
Dov’è la sobrietà?
Ho perso il conto di quanti passi ho fatto senza riuscire a salire nemmeno un gradino.
Ho perso l’orientamento e il pensarti così tanto mi danna l’anima.
L’unica cosa positiva di tutto questo periodo è che l’ansia è passata.
Non ho più bisogno del Lorazepam.
La mia psichiatra ha mandato la mia insonnia in ferie ma ha detto che sono matta, matta da legare e che non sono fatta per la vita. E tu avevi ragione, cazzo se avevi ragione! Lo avevi detto anche tu ed ora che ti penso nella mia testa risuona in loop la tua voce e una frase che ha aperto in me una ferita. “Cosa stai combinando?” E poi hai aggiunto “Vai a studiare e non pensare al lavoro che per quello c’è tempo!”
Ho perso tempo e ho pensato tanto. Ho pensato al lavoro, ho lavorato e ho studiato e di nuovo ho perso tempo e nel piccolo gesto quotidiano ho dimenticato la cosa più importante: la tua presenza.
Era essenziale.
Ora che non ci sei, ti penso.
Ti penso in questa quarantena che sembra una barzelletta, un film assurdo dove però siamo solo pedine.
Ed io pedina dei miei pensieri; affogo nel catrame.
Mi manca il mio treno.
Dov’è che vado?
Se prima avevo un vago barlume di idea, adesso non lo so.
Adesso proprio non so.
La barca sta affondando… E il mio treno non passa più, è stato soppresso.
Forse è meglio andare a piedi; camminare. Metto le scarpe da ginnastica per essere più comoda.
Ci vediamo al confine.

– Lilith Hendrix