Post lockdown e ritorno alla (quasi) realtà

Post lockdown e ritorno alla (quasi) realtà

Ho deciso di alzarmi con tutti i buoni propositi del mondo: studio, lavoro, casa, svago.
Mi sono svegliata con un sapore di quiete in bocca e un senso di inquietudine interiore.
Ho preso il mio solito treno, il parcheggio vuoto e la stazione delosata mi hanno destabilizzata e per un attimo ho deciso di non pensare.
Ho provato ma non ci sono riuscita, chissà! Forse perché sono un’ameba impotente dinanzi alla mia psiche o forse perché oggi Roma è strana, non è bella e magica, felice e spensierata come sempre.
C’è silenzio, c’è poesia… Ma c’è anche qualcosa di più forte e spiacevole.
La stazione semivuota e i sottopassaggi chiusi lasciano spazio a tanto disagio e malinconia, mi sembra di vivere tra i corridoi fantasma di qualcosa di ignoto, che ignoro.
Dopo aver scoperto che in stazione il mio tratto preferito è stato chiuso, dopo aver fatto un lungo percorso per evitare i contatti, mi rendo conto che attraversiamo le distanze mano nella mano… Ma comunque dal finestrino le stazioni passano, le persone non scendono e non salgono…
È uno stato di malessere; senza turisti, senza alcuna voglia di vivere e viaggiare.
Giorno dopo giorno… Chissà quanto dolore dovrò sopportare ancora nel vedere questo mio bel paese sprofondare.
Torno per un momento nel mio posto preferito; non è ancora finita l’era delle autocertificazioni.
Sono cambiate tante cose ma i ritardi ci sono ancora, i treni sono più colorati rispetto al solito, sono comparse segnaletiche e pallini verdi e rossi.
Dal finestrino scorrono veloci le immagini e i miei strani pensieri e i miei ricordi, riemergono senza far rumore.
L’ultima volta che sono passata di qui era pieno inverno, adesso è estate inoltrata.
Il verde rigoglioso è diventato a tratti giallo intenso, l’aria è arida ma c’è qualche punta di vento afoso, ho perso di vista un campo di fiori che guardavo sempre dal finestrino e tanto ho adorato in passato.
Mi sono svegliata con tutti i buoni propositi del mondo ma nel guardare la vita da questo punto di vista è leggermente sconfortante, quasi mi manda in crisi. Non ho incontrato volti ma solo maschere(ine), quasi come “uno, nessuno, centomila”, ci sono tanti occhi spenti. I sorrisi non si vedono più e mi perdo nel constatare tutto questo.
È (e sarà) un ritorno alla realtà più difficile del previsto.

– Lilith Hendrix