E sono belle le notti insonni, quelle dove sei sveglia dalle due alle quattro e alle cinque hai la sveglia, quelle in cui decidi che non te ne frega un cazzo di niente e pensi di essere lontano da un obiettivo tanto desiderato.
Belle le notti insonni che colorano di blu metallizzato la vita, quelle notti caratterizzate da tanto timore, quanto tanto splendore.
Perché a tutte le ore splendi di bellezza senza neanche accorgertene, come le stelle.
Basta pensare a tutte le cose belle che hai fatto nella tua vita.
E ancora, sono belle quelle notti in cui piangi e ti disperi, notti insonni che ti coinvolgono così tanto da lasciarti dentro un’amarezza che durerà per l’intera giornata successiva.
Belle quelle notti insonni che ti lasciano il segno, i morsi sulla pelle, e le occhiaie sul viso. Come se questa notte volesse dirti “ricordati di me durante la giornata. Io ci sono stata.”
Belle le notti insonni, quelle in cui passi il tempo a scrivere la tua vita, quelle dove i pensieri non lasciano spazio al sonno, dove ti mangiano la mente ti assaporano l’anima.
Belle quelle notti dove in due ore riesci a scrivere un romanzo ed esclami sottovoce “sto svoltando!”.
Belle le notti insonni dove passi il tempo a parlare con la persona che ti fa stare bene, quella che nel momento del bisogno è presente e anche se non c’è bisogno, c’è sempre.
Bello pensare di notte che domani sarà un giorno migliore, che risolverò tutti i problemi che affliggono la mia umile vita.
Bello pensare che tutto sarà più facile, che l’onda migratoria mi accompagnerà.
Ma poi, a volte penso che ho venti anni e non un posto al mondo.
Mi sento un pesce fuor d’acqua, e non so perché, ma a quest’ora mi ritrovo sempre a pensare al viaggio, all’andare via, lontano.
Lontano anche da me.
Penso sempre che prima o poi, arriverò su quella spiaggia e incontrerò quel dolce mare in cui naufragare.
Si, prima o poi.
Come diceva Leopardi, infinito.
Belle davvero, le notti insonni.
Bella questa notte.
O forse, questa no.
Ho troppi pensieri.
– Lilith Hendrix, 4:18 24 febbraio 2017
Immagine: Natalia Drepina