Malinconia estiva

Malinconia estiva

Luglio, notte fonda, un cane abbaia in lontananza, in sottofondo i grilli gli fanno compagnia e d’un tratto, silenzio, quiete immensa.
Eppure qualcosa mi tormenta l’animo dannato che reggo a stento.
La gioventù sta per finire, o per iniziare?
È sabato sera, ho letto un libro, sono andata a letto presto, ho dormito, sono finita a litigare con una zanzara e sto ascoltando il sottofondo musicale di questa notte irrequieta tra un lenzuolo di cotone e un pigiama inesistente.
Ed è qui che inizia, di nuovo, come ogni anno, la mia malinconia estiva.
Mi ritrovo a pensare a tutti i se mancati, i bicchieri di vino mai bevuti, le notti non passate a far tardi tra un bacio e un abbraccio.
E adesso, che cosa si fa? Si continua a studiare, a danzare silenziosamente, a suonare melodie di periodi andati male?
I grilli animano questa notte tranquilla ma io non ho voglia di questo, ne sono stufa. Sono anni che sento sempre la stessa musica. Adesso penso al mare, al rumore delle onde che si infrangono sulla riva, penso alla luna da un’altra prospettiva.
Penso al freddo gelido della montagna, all’aurora boreale, alla neve che si scioglie lentamente.
Penso e sono consapevole di pensare troppo, di rendere illegale questa esistenza eppure, tiro fuori tanti eppure in grado di farmi mandare giù anche questo nodo che si è formato in gola e andare avanti.
Avanti, sempre avanti per la mia strada tortuosa piena di sassi.
Avanti lungo questa malinconica estiva.

– Lilith Hendrix, 8 luglio 2018