Equilibrio

Equilibrio
 
Se ripenso alla mia vita; quante ne ho passate, quante ne ho ingoiate, quante ne ho lottate, fino alla fine, senza forze.
Quante amarezze mi hanno suscitato strani pensieri, l’abbandono, la solitudine, la malinconia.

Quante tristezze hanno attraversato il mio corpo, fiumi di lacrime e di fiori appassiti, rose buttate a terra e camminate in mezzo al bosco.
Quanto vento burrascoso ho lasciato entrare, dentro di me, silenzioso, lotte interiori.
Ricordo, i pianti disperati nella notte, soffocati sotto il cuscino. E quella mano che scriveva sul display scorrendo i messaggi, tremante, quasi mi sussurrava di andare oltre.
Come se fosse semplice rialzarsi dopo una delusione, come se fosse facile, troppo facile?
Ricordo le corse dietro gli autobus, la bellezza di raggiungere un traguardo.
Lo smorzare del tempo, leggendo libri.
Ricordo parte fondamentale del mio vivere, quel sorriso mancato, quel pensiero triste, quella risata un po’ egocentrica uscita a caso, quella lezione inutile, quella prima sigaretta ribelle, quella persona lontana, quel senso di incomprensione che attraversa l’anima.
Se ripenso alla mia vita, scende un senso di gelo, vuoto, un senso strano, di non aver fatto del mio meglio per stare bene, per rendere tutto migliore.
Mi rendo colpevole degli insuccessi, che come dice Vasco Brondi sono grandi insuccessi, sono grandi successi, o forse il contrario, non lo so, non ricordo.
E continuo a pensare.
Come tutto questo forse mi sia sfuggito di mano, che oltre ad essere bella e giovane sono anche un po’ ingenua e stupida.
Se ripenso alla mia vita un filo d’erba s’intreccia tra le mie dita, come cambiano le cose, come passano gli anni.
Come se non lo sapessi che gli anni passano e le persone cambiano. Ed anche io sono cambiata, ma non voglio crederci.
Si, sono cambiata.
Per quanto forse ho cercato di mantenermi stabile ed in equilibrio sono cambiata, in meglio?
Ho letto volumi enormi, pagine e pagine di libri, di cui tutti e nessuno parlavano di me, di quella che sono io.
Ho cercato la mia storia, il mio finale, ho cercato la mia stabilità interiore, senza successo.
Se ripenso alla mia vita mi viene il magone, la rabbia di aver bruciato la mia adolescenza, d’essere stata poco attiva, inibita, d’aver perso molte occasioni, di essere morta e rinata senza nemmeno rendermene conto.
Ma se ci penso con un po’ di lucidità, forse, non me ne pento. Ne è valsa la pena, per tutto.
E penso che questo passato poco solubile dentro di me mi abbia fatto crescere abbastanza e capire realmente cosa è una vita.
Una salita, una discesa, una curva, una scalata, un mare in tempesta, un controsenso, un’odissea bellissima di gioia e di pace, infinita.
Un equilibrio tra la vita e la morte, interiore.
 
– Lilith Hendrix, 18 giugno 2017 23:40