Lettera anonima

Guardati. Fermati un attimo e guarda il tuo riflesso nello specchio.
Sei nervosa, stai piangendo, hai il volto sporco di nero e ti sta colando giù tutto il trucco che hai accuratamente messo per sembrare più allegra, hai i capelli mossi e disfatti, hai freddo.
Nonostante tutto, sei ancora in piedi.
Sei davanti a quello specchio, a chiederti come mai sei lì.
Osservi i tuoi occhi intensi, scuri, vuoti, freddi.
È tardi e sei in piedi. Mentalmente e fisicamente.
È venerdì sera e dovresti divertirti, dovresti urlare a squarciagola ed essere felice.
Dovresti ancora essere fuori casa a ridere con i tuoi amici, a fumare perché puoi permettertelo per una volta, a bere, a sentire la musica, a fare l’amore. A ricordare quanto è bello questo periodo della tua vita.
Dovresti sorridere, ed invece, cosa fai?
Pensi costantemente a quanto hai perso in questi anni, a quello che non riavrai mai e a quello che non hai fatto, a quello che non hai avuto coraggio di fare, al fatto che tu, non sai rischiare, non sei in grado di osare, non ti sai buttare a capofitto nella vita, nell’ignoto. Hai poca fiducia, poca speranza.
Cosa hai fatto questa sera?
Hai finto di essere felice, sei rientrata a casa alla solita ora, ti sei fermata davanti allo specchio e ti sei messa a pensare.
Ah, quei pensieri.
Quei dannati pensieri.
Ma non saranno troppi questi pensieri, per una giovane donna come te?
Il lavoro, l’Università, le amicizie, l’amore, i tuoi obiettivi, i tuoi sogni, le tue soddisfazioni, i litigi, le incomprensioni, le tue dannate riflessioni.
Ma come fai?
Come fai a gestire tutto questo?
Dimmi, come fai a gestire tutto questo senza crollare?
Hai una risposta alla mia domanda?
Sei in piedi davanti allo specchio e ti guardi, scruti il tuo fisico e pensi a quel chilo di troppo che hai messo a causa della tua pigrizia e dello stare sul divano, dell’essere golosa.
Guardi il tuo corpo e pensi di non essere attraente, hai un seno piccolo, un lato B poco delineato, una vita larga, un po’ di guance.
E piangi.
Piangi perché non riesci a trattenere le lacrime.
Non riesci a trattenere i pensieri.
Pensi che forse in quella determinata situazione passata avresti dovuto dire tutt’altre parole, avresti dovuto agire decisamente in modo diverso, avresti potuto, avresti, avresti, avresti.
Ma ormai, la situazione è questa.
Quel che è stato è stato.
Ma come fai?
Come fai a resistere alla vita e a questa disperazione, a questa dannata situazione?
In fondo però, giustamente, la vita è questa, è fatta di alti e bassi, grandi e piccole situazioni, enormi obiezioni, insoddisfazioni, oppressioni, ma è anche fatta di serenità e bellezza.
Allora, perché piangi, se anche tu sai che la vita è fatta così?
Cara giovane donna, distogli un attimo lo sguardo da quel pezzo di vetro e chiudi gli occhi.
Allontanati per un secondo da tutte le preoccupazioni che ti assalgono.
Adesso riapri quegli occhi e guardati.
Se non fosse stato per te, per i tuoi sbalzi di umore, i tuoi pianti disperati, i pugni tirati sul muro, le nocche arrossate, l’eterno tuo dolore, adesso, non saresti qui.
Tra i brividi di freddo, la pelle d’oca e le lacrime salmastre… Io vedo, in un pallido sorriso, luce.
Tu sei luce.
Non arrenderti mai. Si impara dal fallimento e non dal successo.
Ricordalo sempre.
Metti il pigiama, lavati il viso e infilati sotto le coperte.
Chiudi gli occhi e dormi.
Tutto passa. Tutto passerà.
Domani è un altro giorno.

– Lilith Hendrix, Lettera Anonima, 2 Settembre 2016

Un commento su “Lettera anonima

  1. Il sito è davvero ben fatto.

    I contenuti, poi, sono sempre di altissima qualità e capaci di catturare l’attenzione del lettore, dalla prima parola letta, sino all’ultima.

    Complimenti, Lilith!
    🙂

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